CONTEMPORANEA
Arte e Artisti a Roma

Sezione Arte: PITTURA

GREGORIO GUMINA

Breve Nota Biografica

Nato a Roma nel '55. Nel '68 collabora con Paola Ganna, artista di rilievo nel panorama artistico italiano scomparso tragicamente alcuni anni orsono, alla realizzazione di un enorme murales eseguito all’intero di Palazzo Del Drago a Roma, che rappresentava scene di corride e di folklore spagnolo. Frequenta lo studio del maestro Nino Cordio dal quale apprende le varie tecniche dell'incisione: si dedica al restauro d'arte presso lo Studio Conova, s'iscrive alla facoltà di Architettura, alternando gli studi con l'insegnamento delle discipline pittoriche. Nel '79 la pubblicazione di una cartella di acqueforti con un testo critico di Jean Paul Satre. Nell'81 realizza una serie di Videotape socio-politici assieme ai fotografi Alfio Di Bella ed Helen Cramer sulla catastrofe del terremoto in lrpinia che verranno proiettati all'Ex Cinema Dona e successivamente alla Galleria Il Canovaccio di Roma. Nell'89 ha pubblicato una raccolta di poesie per le Ed. Ferro di Cavallo con un testo critico del poeta Dario Bellezza ed un Book-Art in occasione della mostra "BOIS, PAPIER, CARTON". Ha diretto dal 1988 al 1996 il Sindacato Nazionale Artisti -CGIL di Roma e del Lazio in qualità di Segretario Generale ed è stato membro della commissione Cultura della CGIL Funzione Pubblica per la realizzazione degli interventi per Roma Capitale.
Le sue opere figurano in diverse collezioni pubbliche e private in Italia ed all'estero. E' in corso di realizzazione una biografia completa dell'artista.

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Breve Nota Critica

Allorché Gregorio Gumina affronta la pittura, tutto ciò, che il suo pennello tocca, appare lambito dal colore. Alla stregua delle fiamme con gli oggetti, anche i suoi colori consumano la forma, la disperdono in una particolare materia colata, liquefatta, consumandone l’aspetto, distorcendone i contorni, distribuendone il corpo sulla superficie, per un’espansione di tipo invasivo che sottolinea la bidimensionalità del supporto.
Abituati da secoli ad una pittura che definisce, delinea anche in assenza di figura, forme, cose, oggetti, luci, paesaggi, volti, atmosfere e l’invisibile, risulta ostico e a prima vista impossibile assistere al contrario, ovvero alla disintegrazione di tutto ciò, alla vitalità distruttiva del fuoco dei colori, al prevalere di quella bizzarra e incontrollata vita, che rischiara, riscalda e distrugge nello stesso tempo.
Non è improprio, ma anzi appare piuttosto ovvio stabilire un’analogia tra l’essenza del fuoco e la pittura, risulta, infatti, quasi inevitabile ed arrendendosi, quindi, si può partire dalla struttura dell’uno e dell’altra. In comune, infatti, esiste una straordinaria mobilità. e vivacità di forme, che sembra essere inesauribile. Entrambe sono fonte di incantamenti e di ipnosi, di irresistibili attrazioni.
Come la fiamma sembra racchiudere innumerevoli possibilità di manifestazioni, sospese tra fogge e attese; parimenti la pittura riserva nel suo ambito promesse analoghe, ma anche una qualità della sospensione, un sapore dell’attesa, che sembra non aver fine.

Barbara Tosi 1990

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