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CONTEMPORANEA
Arte e
Artisti a Roma |
Sezione
Arte: SCULTURA
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VENERA
FINOCCHIARO
Breve
Nota Biografica
Venera
Finocchiaro, vive a Roma; si è
formata presso il 1° Liceo Artistico Statale e l’Accademia di Belle Arti di
Roma, dove ha seguito i corsi di Emilio Greco, Venenzio Crocetti e Pericle
Fazzini, presso il cui corso ha conseguito il Diploma di Scultura. Dal 1980
all’84 insegna Tecnica Ceramica alla “Scuola delle Arti Ornamentali” del Comune
di Roma.
Nel
1983 conosce Niki De Saint Phalle e collabora alla realizzazione dei
rivestimenti in grès porcellanato e maiolica del Giardino dei Tarocchi, a Capalbio-GR.,
dirigendone il laboratorio di ceramica, e contemporaneamente, è anche sua
assistente nella scultura.
Nel
gennaio 1985 lascia l’insegnamento per collaborare a tempo pieno con Niki De
Saint Phalle fino al 1993. Contemporaneamente, realizza in ceramica alcune
opere di Luigi Ontani, importante artista italiano e questa collaborazione
durerà fino al 2009.
Nel
1991 riceve dal Ministero della Cultura Francese l’onoreficenza di “Chevalier
des Arts et Lettres” a firma del Ministro Jack Lang. Nel 1993 vince il concorso
a esami e titoli per la Cattedra di Discipline Plastiche presso le scuole
superiori statali d’arte.
Attualmente
insegna presso il Liceo Artistico Statale “A. Caravillani” di Roma. Riprende la
personale attività espositiva dal 1995 con esposizioni personali e collettive,
con sculture, installazioni, pittura, incisione, digitalgraphic e video. Le sue
sculture e grafiche sono presenti nei Musei di Recanati, Sermoneta e Blaj (Romania). Email: veneraf@alice.it
Note Autore:
Accade, a volte, che alcune inclinazioni/attitudini dell’uomo somiglino
ad un lungo, inevitabile e ripetitivo ronzio, propinandoci un fastidio
che lavora, lavora, lavora….
Cliccate sulle
miniature per ingrandire le immagini.
Breve Nota
Critica
Il tempo mangia la
memoria degli uomini che dimenticano presto e
spesso ciò che attanaglia il loro Essere.
Attraverso la scultura di Venera Finocchiaro la
Materia torna ad essere coscienza e non più
ornamento di vanità nascoste e torna alla luce
una materia non metafisica ma umana, direttamente
interfacciata alla comprensione di ognuno senza
per questo apparire semplicistica o didascalica.
Le sue composizioni scultoree spesso hanno un
senso di leggerezza nonostante la denuncia
ecologica e sociale molto netta come ad evocare
lo "stupore infantile" o il bonario
sguardo di perdono degli Dei rivolto a noi
mortali, distratti da un presente che divora la
nostra attenzione. […]
Il tempo mangia le rocce con il vento e le
piogge, le coste con le maree.
Roberto Piada
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