CONTEMPORANEA
Arte e Artisti a Roma

Sezione Arte: PITTURA

AMELIA DURANTI

BREVE NOTA

Amelia Duranti nasce a Roma, dove vive e lavora. Artista fuori dalle convenzioni, priva di curriculum e mostre ufficiali, fa della propria arte un linguaggio poetico che prescinde dal colore e dalla composizione che pure così tanto la caratterizzano.
Scandendo a colpi di spatola il ritmo delle proprie emozioni, propone l’immagine pittorica in chiave, come di pulsione vibrante e lirica, tutte le volte che l’ispirazione attinge dalla marginalità esistenziale che tanta parte ha nella sua pittura.
I suoi dipinti sono brevi racconti, frammenti sospesi nello sguardo di chi li scruta ed ogni volta che riescono ad approdare negli stessi (occhi) lo fanno con soave leggerezza!

Una sua opera è presente nello spazio del Sacrario delle Fosse Ardeatine, come testimonianza della Memoria, proseguendo nella sua narrazione della marginalità.
Anche la chiesa di
san Nicola in Carcere e santa Maria in Cosmetin, oltre ad un lavoro dedicato ai fanciulli rom presso il carcere di Regina Coeli.

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Breve Nota Critica

Amelia Duranti ama definirsi “artista fuori dalle convenzioni”, priva (volontariamente) di curriculum accreditati e di mostre ufficiali. Non è facile vivere ed esprimersi fuori dalle convenzioni: aldilà di quelle facilmente catalogabili esistono innumerevoli, sottili, invisibili convenzioni che subdolamente si insinuano nel nostro spazio apparentemente “libero” e lo modificano, lo trasformano in gesti,desideri, parole che sono dettate dal grande flusso di una Società fatta di messaggi, imposizioni ora diretti, ora occulti o “subliminali” come si diceva una volta.
Per la Duranti, aldilà delle sue intenzioni di libera creatività bisognerebbe forse riutilizzare (e rivalorizzare) la maltrattata parola “dilettante”. La pittura, la creazione poetica dunque come diletto, per uso e necessità squisitamente individuali: sogni, malinconie, rabbie, non dettati da necessità “professionali” di artista legato a tempi, modalità critiche e incombenze espositive. “Diletto” di esprimersi liberamente, nei tempi e nei modi che la libera emozione ci indica e ci detta. In questo è la “purezza” del dilettante in un mondo artistico apparentemente caotico e disinibito ma in effetti ricco di convenzioni, quelle sì! dettate da contrapposti opportunismi più o meno datati da cui un “professionista” dell’arte non può sfuggire. I cobalti, gli oltremare, i blue di Prussia che Duranti taglia e incide con la sua spatola, le incerte, delicate figurazioni che ne affiorano, il baluginare di ocra, di rosa, di verde come materializzarsi di accenni, sospensioni, forse nostalgie di un tempo ritrovato nei meandri della memoria (fantasmi di Toulouse—Lautrec? Esili personaggi di Utrillo?) sono il mondo piccolo ed esclusivo che con scandalosa “atemporalità”, con ammirevole ingenuità, scandiscono lo spazio solo in apparenza ristretto (piccoli cartoncini) di un’artista che così rivendica la sua difficile libertà e la semplice gioia di esprimersi.

Luigi M. Bruno
agosto 2004

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