ELISABETTA DIAMANTI
Breve Nota
Biografica
Incisore, vive e
lavora a Roma. Insegna all'Accademia di Belle
Arti di Viterbo e alla Scuola di Arti Ornamentali
di Roma. Partecipa ai workshop di Roma e
Kasterlee (Belgio). Dirige i workshop a Nantes,
Bilbao e Granada.
Sito ufficiale
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ingrandire le immagini.
Breve
Nota Critica
I
nostri vestitini racchiudevano un corpo che non
è più lo stesso, un'assenza che si decanta per
tracce - memorie di una nuova identità che si
trasforma costantemente. Attraverso un processo
di orme sulle lastre ho inciso la mia memoria
gemellare.
L'incisione calcografica rappresenta la
concezione del TEMPO come spessore stratificato:
incidere è attraversare gli strati della
materia, è registrarli in una successione di
stati fino al raggiungimento del fine. La prova
d'artista è la memoria del percorso che è stato
leggibile nella matrice e speculare nella fibra
del supporto: il LINO raccoglie l'immagine
dell'essere nel TEMPO. Quando la pioggia, evento
temporaneo, bagnerà il LINO, il BIANCO
affiorerà. Si leggerà la memoria che è l'altra
dimensione del presente, in un continuum spaziale
come è l'infinito della NATURA.
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Un Mondo nei segni
Quando la grafica supera i confini del segno e ci
si addentra nei territori delle forme e delle
trasparenze sincontra il lavoro di
Elisabetta Diamanti, linee infinite dove esaltano
nelle gradazioni i volumi.
Opere che racchiudono il movimento del segno
creando dei microcosmi pronti a dilatarsi e
prende la conformazione di un futuribile panorama
urbano, nei suoi sviluppi verticali in unipotetica
Torre di Babele, una natura geopolitica nelle sue
espansioni orizzontali.
Trame che creano un involucro per il movimento
ritmato dei segni, un contenitore simile ad un
bozzolo che cela la farfalla nascosta nel baco.
Lartista non si limita alla bellezza
estetica delloperare sulla
bidimensionalità della lastra, ma costruisce
geometrie che perdono ogni consistenza nel
fluttuare nellincomprensibile,
addentrandosi nei riflessi di uno specchio.
Elisabetta Diamanti concepisce una serie di linee
per dar vita alla compenetrazione di corpi per
sublimarsi nellimpalpabile e valicare liridescenza
delle immagini concepite dalle luci.
Quello intrapreso da Elisabetta Diamanti è un
percorso lungo anni, dedito a far perdere lo
sguardo dellosservatore nei labirinti di
universi e vortici di pensieri.
Gorghi, ragnatele, architetture vibranti di
materia tessuta linea dopo linea, traccia dopo
traccia, per racchiudere tanti mondi in uno
spazio piccolo, pronti a espandersi.
Gianleonardo
Latini
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