CONTEMPORANEA
Arte e Artisti a Roma
Artisti del Municipio XVI

Sezione Arte: FOTOGRAFIA

ROBERTO CAVALLINI

Breve Nota Biografica

Roberto Cavallini è nato a Roma nel 1950. Dopo gli studi in Sociologia, si occupa di reportage fotografico collaborando con le più importanti testate giornalistiche italiane. Nel 1983 espone al SICOF di Milano una mostra sullo "Sport nella terza età". Negli anni 84-86 riceve incarichi dalla Soprintendenza Archeologica di Roma e dal Ministero del Lavoro. Nel 1991, porta a compimento la prima ricerca fotografica sui videoartisti italiani. Nel 1992 organizza, per conto della Regione, il convegno "Progetto e realtà" sullo sviluppo della metropoli e presenta una sua mostra fotografica. Nel 1997 espone al Centro Studi Americani di Roma ritratti di Lawrence Ferlinghetti, e realizza video per TMC2 sulla "Beat Generation". Nel 1998 espone presso la Galleria AOC F58 una mostra di gigantografie digitali dal titolo "river tiber - river ganga". Sempre nel '98 partecipa alla collettiva "I volti della paura" presso la Fondazione Italiana per la fotografia di Torino. Nel '99 presenta in Campidoglio, "PEEP", una indagine fotografica sul piano di edilizia economica e popolare di Roma. Collabora con L'Espresso, l'Unità e con il Museo dell'Immagine Fotografica e delle Arti Visuali dell'Università di Tor Vergata. Realizza nel 2001 un CD-Rom su "Piergiorgio Branzi", fotografo del neorealismo italiano: Nel 2002 partecipa, con elaborazioni digitali, alla mostra "Cento artisti per Trilussa". Nel 2003 partecipa al Festival internazionale FotoGrafia di Roma. Sue mostre monografiche ed antologiche sono esposte in rete.
Tiene corsi di fotografia e di educazione all'immagine dal 1983, nella scuola secondaria superiore. E' docente incaricato presso l'Universtà di Tor Vergata.

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Breve Nota Critica

La scelta "antica".

Dalle stampe di Roberto Cavallini, in un purissimo e straordinario bianco e nero, emergono le periferie romane, il degrado, le storie miserevoli di tanta umanità che continua a crescere, nascere e morire nei vari Bronx, dietro l'angolo di casa. Ed ecco Corviale, il Laurentino, Valle Aurelia, Vigne Nuove, Tor Bella Monaca, Tor Sapienza. Tutti luoghi che Pasolini aveva appena scoperto, capito, ma mai fatto in tempo a raccontare. Cavallini, per anni, ha girato queste strade, tra i palazzoni che hanno ucciso gli alberi e i grandi spazi della campagna romana, per dare spazio alle case alveari. La sua è stata una ricerca per studiare gli interventi del piano di edilizia economica e popolare che tanto aveva promesso per poi mantenere quasi nulla. Già, perché il PEEP aveva fatto pensare ad una svolta, ad una umanizzazione della marginalità, ad una riscoperta di tanti valori che, ora, appaiono spazzati via per sempre. Così a Cavallini non è rimasto che mettersi in moto, con la macchina fotografica al collo, per compilare una specie di inventario antropologico di questo fallimento. Lo ha fatto da par suo, con una grande umanità, con sensibilità e con una straordinaria attenzione ai volti, alle mani, alle ombre, agli ambienti e ai tagli brutali del cemento armato che tutto omologa verso la sofferenza e lo straniamento. Non era né semplice né facile immergersi, con un lungo tuffo, nelle periferie romane, tra il pianto dei ragazzini, l'arrivo dei drogati, degli zingari, dei giovani sfrontati e violenti, degli eterni disoccupati, degli ammalati e degli invalidi. Tutto un sottomondo affannato e sgangherato che non riesce mai, ovviamente, ad incontrarsi con il resto della città.
Non era facile, dicevamo, ma Cavallini ha alle spalle una notevolissima professionalità, un mestiere collaudato e la giusta sensibilità per vedere e capire. Così, la sua ricerca fotografica non poteva che dare risultati più che buoni. Anche la scelta di lavorare con il bianco e nero, "antica" , come ha detto qualcuno recentemente, dimostra la sensibilità e la grande attenzione ai luoghi e alla gente da fotografare. Ormai, diciamolo con franchezza e brutalità, l'uso del colore-marmellata, buono per spot d'accatto, riesce soltanto ad appiattire tutto e a togliere, quasi sempre, la possibilità di approfondire e di scavare nella realtà che si presenta davanti alla macchina fotografica. Così, ogni cosa, appare stupidamente gioiosa e ridanciana. Anche quando, invece, non c'é proprio nulla da ridere.

Wladimiro Settimelli

e-mail: mtkca@tin.it
sito web:
www.robertocavallini.net

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