Il sogno,
immagine capovolta o realtà stessa che si manifesta con tutte le sue
contraddizioni e, perché no, i suoi colori tenui, ma decisi. Chi sogna e
poi dimentica una volta sveglio, se ricorda il sogno crede di averlo fatto
in bianco e nero, come le forme di un vecchio dagherrotipo. Non è così per
Carla. I suoi oli, le sue tempere svelano un rapporto con la realtà
mediato dai contorni e dai colori del sogno. E come ogni sogno anche
questi di Carla sono, con colori e forme che hanno un loro linguaggio
definito sulla tela, una lettura immediata, ma non per questo meno
complessa, di noi, donne ed uomini. Ma qui la psicanalisi non c'entra la
vecchia ed irrisolta questione del conflitto forma-contenuto.
Sbaglia chi di fronte alla pittura di Carla Cantatore tenta di far
prevalere il contenuto sulla forma o viceversa. Ogni dipinto ha una sua
storia precisa sia dal punto di vista pittorico che da quello
contenutistico. Ma ogni dipinto si lega all'altro come momento di un unico
ed irrisolto discorso che è poi quello che ognuno di noi, donna o uomo che
sia, si porta dietro, da sempre, indipendentemente dalla storia di questi
tenui ma definiti, dal tratto delicato ma vigoroso di Carla Cantatore.
Raffaele Indolfi
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