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CONTEMPORANEA
Arte e
Artisti a Roma |
Sezione
Arte: PITTURA
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GIOVANNI
ARCANGELI
Breve Nota
Biografica
Nato a Gradoli (VT), vive e
lavora a Roma.
Ha studiato pittura, incisione e
affresco, è laureato in Storia dell'Arte e
attualmente insegna pittura presso della Scuola
di "Arti Ornamentali" del Comune di
Roma.
In numerose personali e collettive in ricerca
Italia e all'estero ha alternato una pittura di
paesaggio, dove la figura rimane assente, a degli
spazi pittorici incentrati sulla raffigurazione
della persona nell'essere parte del paesaggio,
per la sua presenza come statua.
Hanno scritto di lui, tra gli altri: Vito Apuleo,
Maria Teresa Benedetti, Carlo Fabrizio Carli,
Arnaldo Romano Brizzi, Marco Marcella Cossu,
Mario de Candia, Marco Di Capua, Gianfranco
Ferroni, Enrico Gallian, Gianleonardo Latini,
Roberta Perfetti, Ludovico Pratesi, Stefania
.Severi, Gabriele Simongini, Mario Ursino.
Cliccate sulle
miniature per ingrandire le immagini.
Breve Nota
Critica
[...] Ma il
principale fulcro poetico di Arcanceli non è la
"romanità", bensì una ricerca
solitaria e appartata che oggi, a mio parere,
parla alla contemporaneità con più pregnanza
dei linguaggi codificati e artificialmente tenuti
in vita da una struttura internazionale che ha
prevaricato la creatività artistica. In un'epoca
in cui le barriere ideologiche che hanno
caratterizzato il XX secolo si stanno
sgretolando, ormai esautorate dal manierismo e
dalla stanchezza, tornare a esprimere con il
semplice gesto della mano su una superficie
significa operare una tabula rasa definitiva, una
preparazione spirituale al millennio che sta per
iniziare, senza i formalismi già abusati del
primitivismo e senza gli spontaneismi interiori
dell'informale. Arcangeli indaga nella sua
interiorità cercando nelle forme evocative una
risposta non solo formale, ma soprattutto
metafisica. [...]
Nei paesaggi di Arcangeli la realtà è talmente
filtrata dalla distillazione intellettuale, da
farli apparire quasi enigmatici, interrogativi.
Il costante dialogo tra una natura rigogliosa e
immobilizzata ed edifici còlti nella loro più
imponente monumentalità trasformano i soggetti
dei suoi quadri in una sorta di "laica
conversazione", intensamente poetica.
Silenziosamente dedito a trasformare il rapporto
tra la natura e l'uomo in una pittura solida e
priva di concessioni decorative. Arcangeli ritrae
indifferentemente ruderi antichi e fabbriche
moderne, con occhi privi d'incanto, senza enfasi,
nella malinconica ricerca di un senso non
effimero del mondo. La sua modernità è tanto
meno apparente quanto più profonda. Al grido di
battaglia delle avanguardie ormai finite di
questo secolo «Bisogna appartenere a tutti i
costi al proprio tempo». Arcangeli sostituisce
il più semplice assunto che «occorre essere a
tutti i costi se stessi»;tanto, al proprio
tempo, si appartiene comunque, anche malgrado se
stessi.
Fabio Benzi, 1994
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